Anabases

  • 108 Federico Leonardi, Tragedia e storia. Arnold Toynbee : la storia universale nella maschera della (…)

1l’obiettivo principale di questo libro di Federico Leonardi è quello di proporre una nuova visione della filosofia della storia di Arnold Toynbee, ripercorrendo le sue radici in una poco nota conferenza che lo storico britannico tenne ad Oxford nel maggio 1920, La tragedia della Grecia. Infatti, l’appendice del libro contiene la prima traduzione italiana della lezione (La tragedia della Grecia. A Lecture Delivered for the Professor of Greek to Candidates for Honours in Literae Humaniores at Oxford nel maggio 1920, Clarendon Press, Oxford 1921). In questa conferenza Toynbee abbozzato la sua visione della civiltà, che in seguito ha applicato nel suo capolavoro, A Study of History, i cui dodici volumi sono stati composti e immediatamente a cura di Oxford University Press tra il 1934 e il 1961. I critici hanno sempre convenuto che Toynbee era irenistico e hanno respinto il suo mix di storia e teologia, mentre Leonardi sostiene che Toynbee era tragico e di conseguenza comprendere la storia è riconoscere la sua tragedia e cercare un’alternativa, una riconciliazione.

2Il libro è diviso in tre parti: in primo luogo, un saggio introduttivo ricostruisce gli argomenti più importanti della lezione di Toynbee sulla base della sua personalità culturale e filosofica ; in secondo luogo, Leonardi riporta una bibliografia dettagliata, anche se selezionata, delle opere di Toynbee in cui elenca non solo i più notevoli libri, articoli e saggi su diverse questioni, dalla civiltà antica in generale alla civiltà greco-romana, ma suggerisce anche al lettore le corrispondenti traduzioni italiane e la letteratura critica più utile ; infine, l’ultima e molto interessante parte consiste nella prima traduzione in italiano della suddetta conferenza, La Tragedia della Grecia, e di un’altra conferenza che tenne a Madrid nell’ottobre 1951 (Cómo la historia greco-romana ilumina la historia general, Rústica, Madrid 1952), mentre stava compiendo il suo Studio di Storia. La scelta di Leonardi di modificare queste due lezioni, la prima del 1920, la seconda del 1951, non è casuale : in realtà questo permette al lettore non solo di confrontare le idee di Toynbee prima della redazione del suo capolavoro con le sue idee alla fine del suo progetto, ma anche di riconoscere che la sua filosofia della storia e la sua immagine della civiltà sono quasi la stessa dal 1920 al 1951. E il saggio di Leonardi, che è una convincente presentazione critica di questa filosofia della storia e di questa immagine della civiltà, aiuta a riconoscere questa continuità concettuale.

3come Leonardi mostra chiaramente nella prima parte del libro, la posizione filosofica di Toynbee, in particolare la sua interpretazione del processo storico, deve essere compresa considerando il contesto culturale, ad esempio la storiografia francese, tedesca, britannica tra il xviii e il XIX secolo. Uno dei primi e più significativi lavori su questo argomento fu l’Essai historique sur les révolutions di F. R. Chateaubriand, pubblicato nel 1797 (la cui successiva traduzione inglese, Saggio storico, politico e morale sulle rivoluzioni, fu pubblicata a Londra nel 1815, subito dopo la caduta di Napoleone) : in questo libro Chateaubriand insisteva sull’identità tra Atene rivoluzionaria, da un lato, e Parigi rivoluzionaria, dall’altro. Tuttavia, B. Constant nel suo De la liberté des Anciens comparée à celle des Modernes, un discorso pronunciato all’Athénée Royal de Paris nel 1819, e La Cité antique di F. De Coulanges, pubblicato nel 1864, affermarono che uno degli errori più evidenti della storiografia del xviii secolo era la posizione sbagliata sull’identità politica e culturale tra società antiche e moderne. Tuttavia, sebbene gli storici del xviii secolo pensassero che non vi fosse alcuna differenza tra sistemi politici antichi e moderni, introdussero un importante principio di storiografia, cioè l’analogia. Infatti sostenevano che gli antichi, in particolare i greci, avevano un sistema politico simile alla politica moderna, in particolare alla politica francese, a causa di un confronto analogico. L’analogia divenne uno sfondo importante attraverso il quale analizzare gli eventi storici.

4While in Francia la storiografia alternato con successo un giudice circa l’analogico continuità tra Antichi e Moderni e un austero critica in merito a questa continuità, in Inghilterra la pubblicazione di E. Gibbon La storia del declino e caduta dell’Impero Romano, tra il 1776 e il 1788, impresso una conferma per l’applicazione del metodo analogico per la storiografia : l’idea del Commonwealth, per esempio, sembrava essere stato preceduto e anticipato dal Dealian League, costruito da Atene nel 5 ° secolo a.b.C. Inoltre, in Germania, alcuni anni dopo, la storiografia divenne una vera e propria Altertumswissenschaft, in particolare secondo la Geschichte der Altertums di E. Meyer, pubblicata tra il 1884 e il 1902, in cui estese l’osservazione storiografica non solo all’Europa, ma anche ai popoli orientali, e associò strettamente la ricerca storiografica alle scienze dell’antichità. Queste erano le premesse sulla base delle quali Toynbee formulava la sua idea di storia, in particolare la storia antica : a) non c’è identità tra civiltà antiche e moderne, ma analogia, e una relazione analogica implica che, anche se ci devono essere molti argomenti simili in comune tra le civiltà che si confrontano, ci devono essere anche alcune differenze ; b) la ricerca nell’antichità e nella storia antica è una scienza propria e interagisce con altre scienze dell’antichità, ad esempio la filologia, anche se il suo metodo è analogico. Tutto questo contesto culturale è ben espresso da Leonardi nel suo saggio introduttivo, e suggerisce al lettore una chiara immagine dell’ambiente ideologico e letterario che ha influenzato le sue opere, tra cui la conferenza La Tragedia della Grecia.

5il punto di vista di Toynbee sulla storia, come afferma Leonardi, si basa su due idee principali. In primo luogo, egli ritiene che la storia greco-romana sia il modello secondo il quale l’intera storia dell’Europa può essere interpretata. Leonardi spiega che questo concetto è espresso da O. Spengler nel suo capolavoro, Der Untergang des Abendlandes. Umrisse einer Morphologie der Weltgeschichte, pubblicato in due volumi nel 1918 e nel 1922, dove si concentra sulla cosiddetta “Civiltà faustiana”. Secondo l’ipotesi di Leonardi, l’idea di Toynbee che la storia greco-romana è il modello dell’intera storia e che è possibile costruire una storia universale su questa base dipende dall’immagine di Spengler della “Civiltà faustiana”. L’altra idea principale della filosofia della storia di Toynbee è la “tragicità” dell’Europa, che, da un lato, cerca di creare un’immagine universale e totale della storia, anche sul modello greco-romano e, dall’altro, non può racchiudere gli eventi in un modello inclusivo e concettuale. Questa contraddizione, che viene analizzata da Toynbee, è ben espressa da F. Nietzsche, in particolare nel suo Die Geburt der Tragödie, pubblicato nel 1872, e Unzeitgemässe Betrachtungen, composto tra il 1873 e il 1876. Spengler e Nietzsche, come Leonardi sostiene chiaramente, sono le due fonti principali della concezione di Toynbee della Storia del mondo e della Storia antica. Inoltre, secondo queste due premesse – la pretesa della storia del mondo alla totalità e la “tragicità” di questo progetto culturale – Toynbee definisce la sua immagine della storia greco-romana. In particolare, dalla conferenza che tenne nel 1920 dichiara che l’intera storia greco-romana può essere divisa in tre atti: 1) il primo atto corrisponde al periodo compreso tra il IX secolo a. C. e il 431 a.C. durante i quali non sono stati la nascita e l’evoluzione della civiltà greca, l’aumento delle póleis, Greco-Guerre persiane, la fondazione della Lega Delian come difesa contro i nemici esterni ; 2) il secondo atto, invece, corrisponde al periodo tra il 431.b.C. e il 31 b.C. e consiste in una successione di diversi sovranità, cioè gli Ateniesi, Spartani, il Thebans, infine, i Macedoni e Romani ; 3) il terzo atto, corrisponde al periodo tra il 31 b.C. e 7 ° secolo.D., che è interamente caratterizzato dalla supremazia dell’Impero Romano e dal suo declino finale e necessario.

6Leonardi suggerisce che, secondo Toynbee interpretazione della storia, la civiltà è sempre a un bivio ed è tenuto costantemente a fare delle scelte : da un lato, la civiltà ha la possibilità di andare oltre i suoi confini, estendere il suo potere e di essere sempre coinvolti in guerra ; d’altra parte, ogni civiltà ha la possibilità di mediare con le altre civiltà e quindi beneficiare dei risultati di questa mediazione. La storia, come spiega chiaramente Leonardi, è sempre una storia di civiltà, e ogni civiltà è sempre ad un bivio e può scegliere la propria distruzione, che deriva dalla sua estensione e dalla crescita del suo potere, o la sua salvezza, che viene dalla sua mediazione con altre civiltà e, in altri termini, una limitazione del suo potere. La storia delle civiltà è essenzialmente tragica, cioè è sempre chiamata a scegliere la sua rovina o la sua salvezza.

7Leonardi ci ha dato una nuova immagine della filosofia di Toynbee, senza risparmiare qualche critica dura allo storico britannico. Tuttavia, evidenziando le virtù e i difetti di Toynbee, Leonardi d suggerire una nuova filosofia della storia, bilanciando il rapporto tra l’antichità classica e il futuro dell’Occidente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.