Lo scultore e pittore italiano Andrea del Verrocchio (1435-1488) ha creato alcune delle più potenti sculture monumentali in bronzo del Rinascimento.
Andrea del Verrocchio nasce a Firenze, figlio di un muratore. Non si sa nulla della sua formazione iniziale. Nel 1465 i magistrati della corporazione dei mercanti di Firenze gli commissionarono un Dubbio bronzeo di Tommaso per occupare una nicchia marmorea precedentemente eseguita da Donatello e Michelozzo per la facciata principale di Orsanmichele a Firenze. Quando il gruppo fu finalmente collocato nella sua nicchia nel 1483, il diarista L. Landucci definì la testa di Cristo “la più bella testa del Salvatore che sia stata ancora realizzata.”Il Dubbio di Tommaso è uno dei più importanti gruppi scultorei dell’intero Rinascimento. Si tratta di un capolavoro drammatico di disposizione spaziale tra due altorilievo, figure a grandezza naturale (le statue sono in realtà conchiglie vuote di bronzo, senza spalle) e una nicchia rinascimentale squisitamente ornato.
La famiglia Medici commissionò alcune opere al Verrocchio. Nel 1467 Cosimo de ‘ Medici fu sepolto in una tomba che era stata commissionata al Verrocchio due anni prima. Nel 1471 completò la tomba di Giovanni e Piero de’ Medici nella sagrestia vecchia della chiesa di famiglia di S. Lorenzo a Firenze. Il ricco sarcofago in marmo, porfido e bronzo è incorniciato da un arco marmoreo e sostenuto da una griglia in bronzo a forma di corde intrecciate; è una delle creazioni più originali del periodo. Un primo capolavoro in bronzo, David, figura pensosa e fanciullesca in pelle e gonna, trionfante su Golia, fu commissionato da Lorenzo de ‘ Medici per la sua villa di Careggi. Vendette il David alla Signoria di Firenze nel 1476. Altre commissioni medicee completate da Verrocchio sono elencate in un inventario del 1496, tra cui un busto di Giuliano in terracotta.
Il dipinto più notevole di Verrocchio è il Battesimo di Cristo. Durante l’esecuzione del dipinto, verso il 1470, Verrocchio permise al suo giovane allievo Leonardo da Vinci di dipingere la testa del primo dei due angeli inginocchiati a sinistra e anche la spettacolare vista paesaggistica sopra la testa dell’angelo. Altri quattro dipinti esistenti sono attribuiti al Verrocchio.
Nel 1473 Verrocchio stimò il valore di un pulpito di Mino da Fiesole e Antonio Rossellino nel Duomo di Prato. Nel 1477 Verrocchio compete con Piero Pollaiuolo per il monumento del cardinale Niccolò Forteguerri a Pistoia. Anche se il disegno di Pollaiuolo fu accettato, Lorenzo de ‘ Medici ordinò l’esecuzione di quello di Verrocchio. Nello stesso anno presentò due modelli per rilievi per l’altare di S. Giovanni nel Battistero di Firenze; uno, la Decapitazione di Giovanni Battista, fu accettato e terminato nel 1480.
Tra le opere marmoree del Verrocchio c’è il Busto di una Giovane Donna, spesso identificata, senza prove, come l’amante di Lorenzo de’ Medici, Lucrezia Donati. È vestita con un indumento traslucido e ha ampie sopracciglia e grandi mani meravigliosamente aggraziate. La sua concezione rappresenta il nuovo spirito del naturalismo sorto nel 1480 nella scultura e nella pittura fiorentina.
L’ultima opera di Verrocchio è anche la sua più grande: il monumento equestre bronzeo di Bartolommeo Colleoni in Campo SS. Giovanni e Paolo, Venezia. Colleoni, condottiero, morì nel 1475 e lasciò denaro alla Repubblica di Venezia per l’esecuzione della statua. La commissione fu assegnata nel 1479 e il modello fu eseguito a Firenze; fu inviato a Venezia due anni dopo. Verrocchio si trasferì a Venezia nel 1483 e vi morì cinque anni dopo prima di poter lanciare il suo modello in argilla in bronzo. La fusione fu iniziata nel 1490 da Alessandro Leopardi, che progettò anche la base su cui il monumento fu infine posto nel 1496. Verrocchio abbandonò il concetto statico di Donatello del monumento equestre e presentò Colleoni, armato ed elmo, a cavallo del suo caricatore in battaglia. Raramente uno scultore ha raffigurato così efficacemente l’espressione del potere in un momento drammatico.
Approfondimenti
La migliore monografia sul Verrocchio in inglese, con un testo chiaro e splendidi dettagli fotografici di tutte le opere, è Gunther Passavant, Verrocchio: Sculptures, Paintings and Drawings (1969). Un’introduzione sintetica e lucida alla scultura del maestro è Charles Seymour Jr., La scultura del Verrocchio (1972). □