Joseph de Maistre, (nato il 1 aprile 1753, Chambéry, Francia—morto il 26 febbraio 1821, Torino, regno di Sardegna), autore polemico francese, moralista e diplomatico che, dopo essere stato sradicato dalla Rivoluzione francese nel 1789, divenne un grande esponente della tradizione conservatrice.
Maistre studiò con i Gesuiti e divenne membro del Senato sabaudo nel 1787, seguendo la carriera civile di suo padre, un ex presidente del Senato. Dopo l’invasione della Savoia da parte delle armate di Napoleone nel 1792, iniziò il suo esilio per tutta la vita in Svizzera, dove frequentò il salotto letterario di Germaine de Staël a Coppet. Nominato inviato a San Pietroburgo dal re di Sardegna nel 1803, rimase alla corte russa per 14 anni, scrivendo un saggio sul principio generativo delle costituzioni politiche (1814) e la sua opera migliore (incompiuta), I Dialoghi di San Pietroburgo (1821). Al suo ritorno si stabilì a Torino come magistrato capo e ministro di stato del regno di Sardegna.
Maistre era convinto della necessità della supremazia del cristianesimo e del dominio assoluto sia del sovrano che del papa. Ha anche insistito sulla necessità del boia pubblico come guardiano negativo dell’ordine sociale, scrivendo nei dialoghi di San Pietroburgo che “tutto il potere, tutta la subordinazione si basa sul boia: è l’orrore e il legame dell’associazione umana. Rimuovi questo agente incomprensibile dal mondo, e nel momento stesso in cui l’ordine lascia il posto al caos, i troni si rovesciano e la società scompare.”Un cattolico romano devotamente religioso, spiegò sia la Rivoluzione francese che le guerre rivoluzionarie e napoleoniche francesi come espiazione religiosa per i peccati dei tempi. Si oppose al progresso della scienza e alle credenze liberali e ai metodi empirici di filosofi come Francis Bacon (1561-1626), Voltaire (1694-1778), Jean-Jacques Rousseau (1712-78) e John Locke (1632-1704). Scrisse anche Sul Papa (1819) e Lettere sull’Inquisizione spagnola (1838), scuse per il ruolo punitivo dell’Inquisizione spagnola. In entrambe le opere Maistre difese l’assolutismo con una logica rigorosa, ed era come un pensatore logico, perseguendo le conseguenze da una premessa accettata, che Maistre eccelleva. Il poeta francese Charles Baudelaire (1821-67) riconobbe che fu Maistre a insegnargli a pensare.