Lingue polinesiane, gruppo di circa 30 lingue appartenenti al ramo orientale, o oceanico, della famiglia linguistica austronesiana (Maleo-polinesiana) e più strettamente correlate alle lingue di Micronesia e Melanesia. Parlate da meno di 1.000.000 di persone sparse in una vasta area dell’Oceano Pacifico, le lingue polinesiane mostrano una relativa omogeneità, indicando che si sono disperse solo negli ultimi 2.500 anni da un centro originario nella zona di Tonga-Samoa.
Le lingue polinesiane più conosciute sono il samoano, con circa 200.000 parlanti; il Maori, parlato in Nuova Zelanda da circa 100.000 persone; il tahitiano, con un numero sconosciuto di madrelingua ma ampiamente usato come lingua franca nella Polinesia francese; e hawaiano, con solo pochi madrelingua rimasti ma precedentemente parlati da forse 100.000 persone. Il samoano è la lingua nazionale delle Samoa (precedentemente Samoa occidentali), e il Tongano è la lingua ufficiale del Regno di Tonga.
Le lingue polinesiane sono notevoli per la loro scarsità di consonanti; fanno un uso pesante delle vocali, distinguendo le forme lunghe e brevi di tutte le vocali. Una delle principali caratteristiche della grammatica polinesiana è la dipendenza da particelle, piccole parole separate che funzionano come marcatori grammaticali di vario tipo, in piedi prima o dopo le parole che modificano, in qualche modo simili alle preposizioni inglesi, congiunzioni e articoli.