Fondo: Parafalcine e meningioma parasagittale presentano sfide particolari per la resezione. Sebbene la massima resezione sicura sia l’obiettivo primario della gestione chirurgica per queste lesioni, l’infarto venoso e il danno alla struttura corticale eloquente si verificano fino al 14% dei casi. Pertanto, la pianificazione preoperatoria ottimale e la tecnica intraoperatoria sono fondamentali.Metodi: Abbiamo esaminato retrospettivamente una serie di casi di un singolo chirurgo con resezione di 58 meningiomi parafalcini e parasagittali. La strategia operativa includeva il non attraversare il seno sagittale superiore (SSS) durante la craniotomia, la non resezione del falx, l’uso di potenziali evocati motori (MEPs) per evitare danni al cervello eloquente e l’uso selettivo dell’embolizzazione preoperatoria.Risultati: Sono stati valutati cinquantotto pazienti, 45 con meningiomi parasagittali e 13 con meningiomi parafalcini. Età media 58.34 anni e il follow-up medio è stato di 7,7 mesi. La resezione totale lorda (GTR) è stata raggiunta nel 51,7% dei pazienti e il tasso di resezione totale quasi lorda è stato del 48,3%. Il tasso di dimissione postoperatoria del primo giorno era del 62,1%. Il tasso di complicanze è stato dell ‘ 8,6%, con un nuovo tasso di deficit neurologico postoperatorio del 5,2%. La recidiva/crescita del tumore documentata sul tasso di imaging postoperatorio è stata del 3,4%.Conclusioni: Nella nostra serie di resezione del meningioma parasagittale e parafalcina, riportiamo un tasso di GTR del 51,7% associato a un basso tasso di complicanze. Le tecniche per ridurre al minimo la morbilità perioperatoria includono non attraversare l’SSS sulla craniotomia, evitando la resezione falx, utilizzando MEPs e l’embolizzazione preoperatoria selettiva per ottimizzare la possibilità di una resezione massima sicura. Utilizziamo una strategia di resezione tumorale iniziale conservativa focalizzata sulla massimizzazione delle possibilità di un esito neurologico favorevole, seguita se necessario da terapie adiuvanti come la radiochirurgia e le terapie di salvataggio come la terapia termica interstiziale laser, anche se è necessario un follow-up più lungo paragonabile a quello di serie con approcci più radicali per determinare se i risultati a lungo