Salon Kitty (1976)

Ho visto per la prima volta Salon Kitty in un cinema scozzese di provincia con i miei compagni di scuola; la nudità era l’attrazione e “X” era il certificato. BRITANNICA Channel 4, recentemente proiettato durante il loro “Censurato” week-end” e, come un uomo di mezza età non è più completamente ipnotizzato dal (grande) schermo di rosebud capezzoli, ero in grado di godere di straordinarie scenografie e i costumi, la lirica messa in scena (scenografo Ken Adams, un uomo di molti crediti) e la convincente performance di Helmut Berger come l’auto ubriaco, onanistico, spietato, cinico porco che fa l’errore di aver abusato indomito Madame Kitty (Ingrid Thulin – realizzato cabaret gira e notevole gambe per la sua età).
Molte cose interessanti sono accennate ma non esplorate, come la competizione tra la volontà nazista/nietzschiana al potere e le sottili forze del genere femminile. Molte cose sono inserite per sensazione gratuita (lo scolaro era riconoscente!). Il film è quello che è: il porno soft europeo, una caricatura sfruttatrice della storia, ma ben fatto dai creatori per aver dato il loro fuliggine a un veicolo visivamente memorabile. Era troppo chiedere un dramma veramente coinvolgente pure.

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